
Bisacquino
Il sogno delle Americhe di Frank Capra e di tanti emigrati
Da Busakkinu passarono sicani, greci, elimi, romani e saraceni, e partì per le Americhe la famiglia di Frank Capra con il regista piccino, percorrendo il tragitto che fecero migliaia di emigranti: oggi tutto il borgo è coinvolto in una recupero dei vicoli e del territorio – guardati a vista dal Monte Triona da dove, nelle giornate limpide, si staglia in lontananza l’Etna – sulle orme del regista de “La vita è meravigliosa”. Ma è anche il luogo dove la più antica bottega di orologiai è divenuta un Museo del tempo: qui si recò Luchino Visconti per commissionare un orologio da usare sul set del Gattopardo. Il Carnevale bisacquinese affonda le sue radici almeno alla fine del Seicento, è il più antico della Sicilia: ed è legato fermamente alla Contraddanza.
Bisacquino
Il borgo amato dal re tra mare azzurro e floridi commerci
Re Federico II d’Aragona, innamoratosi del mare azzurro e della lunghissima spiaggia dorata, si riservò la sovranità di questi luoghi per una larghezza “estesa quanto un tiro di balestra”. E’ quindi di nobili origini, il nome di questo borgo solare. L’attuale Balestrate – l’ex Sicciara, ovvero luogo dove si pescavano le seppie (sicce) – sorge nel 1307 e chiude nel suo cuore la tonnara della famiglia Fardella; a circa due chilometri a est, era già nato un trappetum cannamelarum, un opificio per l’estrazione dello zucchero da canna (che darà il nome a Trappeto). Nel 1820 re Ferdinando I di Borbone il 29 marzo le dà il nome attuale con regio decreto, all’inizio è unita a Trappeto che nel 1954 diventerà un comune a parte.