Tripi

L’antica città dei Siculi arrampicata sui Nebrodi

Da quassù si vede da un lato Tindari e dall’altro Capo Milazzo, al centro le Eolie. Questa è terra silenziosa, un lembo di collina. Ma qui si sta portando alla luce l’antica Abakainon, città fondata dai Siculi indoeuropei, forse già nel 1100 avanti Cristo, che prosperò con i greci e scomparve da lì a poco. Siamo nel territorio di Tripi, forse l’araba Brbls come la indicò il geografo Idrisi, sui Nebrodi, a poca distanza dal bosco di Malabotta. Tripi, oltre alla necropoli con un’ottantina di tombe solo per cittadini facoltosi, possiede i ruderi di un antico castello, distese di uliveti, vigneti, querce, mandorli, noci e agrumi, un reticolo di ruscelli incantati. E uno dei neonati musei multimediali più interessanti dell’isola, tra crateri, reperti e monili d’oro di fattura squisita, intitolato a Santi Furnari, il sindaco del dopoguerra che avviò gli scavi archeologici.

Tripi

L’antica città dei Siculi arrampicata sui Nebrodi

Da quassù si vede da un lato Tindari e dall’altro Capo Milazzo, al centro le Eolie. Questa è terra silenziosa, un lembo di collina. Ma qui si sta portando alla luce l’antica Abakainon, città fondata dai Siculi indoeuropei, forse già nel 1100 avanti Cristo, che prosperò con i greci e scomparve da lì a poco. Siamo nel territorio di Tripi, forse l’araba Brbls come la indicò il geografo Idrisi, sui Nebrodi, a poca distanza dal bosco di Malabotta. Tripi, oltre alla necropoli con un’ottantina di tombe solo per cittadini facoltosi, possiede i ruderi di un antico castello, distese di uliveti, vigneti, querce, mandorli, noci e agrumi, un reticolo di ruscelli incantati. E uno dei neonati musei multimediali più interessanti dell’isola, tra crateri, reperti e monili d’oro di fattura squisita, intitolato a Santi Furnari, il sindaco del dopoguerra che avviò gli scavi archeologici.

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