Delia

Nell’ombelico della Sicilia, i “lamentatori” e il Martorio

Ha la forma di un anfiteatro, è immersa in un oceano di mandorli e ulivi, e nelle giornate limpide, da quassù si vede il pennacchio dell’ Etna. A Delia si ha veramente l’impressione di essere al centro esatto della Sicilia, alzando lo sguardo si riconoscono alture e paesi, abbassandolo, la Piana di Gela.  A qualche centinaio di metri dall’abitato sorge, su una rupe scoscesa, il castello normanno, una fortezza che doveva essere inespugnabile. Le cronache del De Spucches danno la fondazione di Delia – forse toponimo del luogo derivante da un santuario antico alla dea Diana – a opera di Gaspare Lucchesi, barone di Delia, tra il 1581 e il 1600. Come dote, Delia a metà Seicento passa ai principi di Palagonia e resterà loro fino al XIX secolo. Questa è una terra nobile e di contrasti, molto legata alle sue tradizioni e ai riti della Settimana Santa che risalgono a metà settecento: i “lamentatori” di Delia sono famosi, così come il suono della “19”, marcia funebre intonata dalla banda; la bellissima rappresentazione del Martorio richiama ogni anno migliaia di visitatori. Nel vicino Borgo Santa Rita si cuoce il pane più buono del mondo.

Delia

Nell’ombelico della Sicilia, i “lamentatori” e il Martorio

Ha la forma di un anfiteatro, è immersa in un oceano di mandorli e ulivi, e nelle giornate limpide, da quassù si vede il pennacchio dell’ Etna. A Delia si ha veramente l’impressione di essere al centro esatto della Sicilia, alzando lo sguardo si riconoscono alture e paesi, abbassandolo, la Piana di Gela. A qualche centinaio di metri dall’abitato sorge, su una rupe scoscesa, il castello normanno, una fortezza che doveva essere inespugnabile. Le cronache del De Spucches danno la fondazione di Delia – forse toponimo del luogo derivante da un santuario antico alla dea Diana – a opera di Gaspare Lucchesi, barone di Delia, tra il 1581 e il 1600. Come dote, Delia a metà Seicento passa ai principi di Palagonia e resterà loro fino al XIX secolo. Questa è una terra nobile e di contrasti, molto legata alle sue tradizioni e ai riti della Settimana Santa che risalgono a metà settecento: i “lamentatori” di Delia sono famosi, così come il suono della “19”, marcia funebre intonata dalla banda; la bellissima rappresentazione del Martorio richiama ogni anno migliaia di visitatori. Nel vicino Borgo Santa Rita si cuoce il pane più buono del mondo.

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